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Sostegno alla genitorialità

Non è mai stato facile allevare un bambino, educarlo, vivergli accanto cogliendo tutta la ricchezza di questo rapporto. Oggi tutto questo ci appare particolarmente difficile perché sappiamo che i primi anni di vita sono decisivi: le esperienze infantili condizionano il carattere, influenzano le scelte future, prefigurano gli obiettivi e lo stile di vita.
Questa diffusa consapevolezza si traduce spesso in un senso di responsabilità e in un desiderio di saperne di più sui bambini, sulle modalità e sui rischi che ogni crescita comporta. Sono molti i genitori che, per affrontare un compito così determinante per il destino individuale e collettivo, cercano di affinare la loro sensibilità e accrescere le loro competenze, preparandosi per tempo all’impresa, senza trascurare alcuna occasione per imparare e per interrogarsi.
E’ vero che le generazioni passate sono cresciute senza ricorrere a manuali ed esperti, ma la vita era molto diversa!
I primi anni di vita del bambino richiedono molta dedizione da parte dei genitori, ma il compito può risultare meno difficile ed impegnativo se essi riescono a cogliere tutti i vantaggi che derivano dal partecipare a un’esperienza d’infanzia.
Un bambino oltre a portare nella casa una dimensione nuova, fatta di fantasia, di creatività, di gioco, che colora la monotonia della vita quotidiana favorisce la comparsa di sentimenti conflittuali ed ambivalenti che possono creare dei dubbi e dei timori “Sarò una buona madre?”, “Sarò un buon padre?” che inevitabilmente portano a riflettere su stessi, sulla propria vita e sulla coppia.
Diventare genitori infatti significa rimettere in gioco la propria identità e rielaborarla.
E’ naturale quindi che la gioia, la soddisfazione, la felicità di diventare genitori siano a volte offuscate da ansie, incertezze e paure che spesso non si accettano, si negano e si “rimuovono”.
L’intervento terapeutico si propone così di indurre la coppia genitoriale a riflettere sulla propria relazione con il bambino, inscrivendola nel sistema di relazione che regolano la famiglia, dove padre, madre e figlio/a sono posizioni relative che hanno bisogno di riconoscersi reciprocamente per definirsi e per cambiare.
Lo strumento utilizzato, quello del dialogo, favorirà e stimolerà uno scambio dove ciascuno degli attori/protagonisti coinvolti avrà la possibilità di ritrovare il proprio punto di vista, confrontarlo con quello dell’altro ed affinare così alcuni dei più importanti ed utili strumenti appartenenti al “corredo genitoriale” come ad esempio quello dell’osservazione e della comprensione indispensabili per interpretare i segnali ed i messaggi provenienti dal mondo dei bambini.